2.11.2010
Non iniziano con «C’era una volta» le Favole di beata innocenza di Luigi Mantovani, ma si inseriscono comunque nel solco della tradizione che parte da Esopo e arriva a Trilussa e Rodari. Senza ovviamente tralasciare Andersen o la favola post moderna di Harry Potter.
Quelle di Mantovani sono favole dal respiro lento, cadenzato, senza spigoli o brusche accelerazioni, lontano da quello sincopato e iperventilato dell’odierna comunicazione destinata ai bambini. Favole che raccontano di asfodeli, renne di peluche, pesci rossi e scorfani antropomorfizzati, ben saldi in quella “beata innocenza” naturale prima di ogni consapevolezza del mondo esterno. Ma che deve permanere anche dopo, se solo si lascia che quel mondo “naif” e puro resti intatto. Perché «la fiaba riflette aspetti fondamentali della società e dà una spiegazione della vita umana», come sottolinea la dott.ssa Domenica Pagliaro, dirigente del Servizio Politiche Culturali della Provincia Regionale di Catania.
Lasciate le vesti di discografico di fama internazionale, dalle collaborazioni illustri e dall’istintiva capacità di fiutare il talento, Luigi Mantovani risiede ora in Bretagna, dirige un galleria d’arte e scrive. Ospite della rassegna “Ottobre piovono libri”, (promossa dal MiBAC, dall'UPI, dall'ANCI, dalla Conferenza delle Regioni e dalla Provincia Regionale di Catania) ha dato vita ad uno “show letterario” di straordinaria intensità venerdì 29 ottobre alle Ciminiere di Catania. Uno spettacolo corale, dove ogni voce si allacciava e si fondeva alle altre, senza sovrapposizioni, senza stonature, senza critiche intrise di sovrastruttura. Uno spettacolo che ha coinvolto, oltre all’autore nelle vesti di capocomico, pronto a raccontare, spiegare e raccordare le storie, gli attori Anna Miele Fumagalli e Giorgio Finati, Franco Battiato che ha impreziosito le letture delle favole con i suoi cammei, e il musicista Gianni Nocenzi, noto al grande pubblico per aver fondato con il fratello il Banco del Mutuo Soccorso, ma che poi ha intrapreso una strada di ricerca musicale “altra”.
Vero catalizzatore di energie e sinergie è stato l’assessore alle Politiche culturali della Provincia Regionale di Catania Nello Catalano, che ha riferito della una serie di fortunate coincidenze che gli hanno permesso di invitare a Catania gli artisti e di coinvolgere il Maestro Battiato, vecchio amico di Mantovani: «Il nostro compito è anche questo – ha concluso – creare delle reti che possano intrecciarsi e confluire poi in questi momenti di alto profilo culturale destinati ad un pubblico ampio e trasversale».
Uno spettacolo “leggero”, nel senso usato da Calvino come “sottrazione di peso”, leggero nel suo essere denso e intenso, nel suo linguaggio semplice ma mai banale, nel suo raccontare scegliendo la forma del recitativo (vicinissima dunque all’oralità della tradizione) frammenti di vita carichi di significato, nel suo essere musica tra le dita vibranti di Nocenzi, “assoluta” ma non “sciolta”, dentro cui era possibile sì ravvisare echi di minimalismo, Sylvian, Sakamoto, Czukay, ma che si ispirava e viveva soprattutto del respiro profondo di Mantovani e delle sue delicate creature.
Non iniziano con «C’era una volta» le Favole di beata innocenza di Luigi Mantovani, ma si inseriscono comunque nel solco della tradizione che parte da Esopo e arriva a Trilussa e Rodari. Senza ovviamente tralasciare Andersen o la favola post moderna di Harry Potter.
Quelle di Mantovani sono favole dal respiro lento, cadenzato, senza spigoli o brusche accelerazioni, lontano da quello sincopato e iperventilato dell’odierna comunicazione destinata ai bambini. Favole che raccontano di asfodeli, renne di peluche, pesci rossi e scorfani antropomorfizzati, ben saldi in quella “beata innocenza” naturale prima di ogni consapevolezza del mondo esterno. Ma che deve permanere anche dopo, se solo si lascia che quel mondo “naif” e puro resti intatto. Perché «la fiaba riflette aspetti fondamentali della società e dà una spiegazione della vita umana», come sottolinea la dott.ssa Domenica Pagliaro, dirigente del Servizio Politiche Culturali della Provincia Regionale di Catania.
Lasciate le vesti di discografico di fama internazionale, dalle collaborazioni illustri e dall’istintiva capacità di fiutare il talento, Luigi Mantovani risiede ora in Bretagna, dirige un galleria d’arte e scrive. Ospite della rassegna “Ottobre piovono libri”, (promossa dal MiBAC, dall'UPI, dall'ANCI, dalla Conferenza delle Regioni e dalla Provincia Regionale di Catania) ha dato vita ad uno “show letterario” di straordinaria intensità venerdì 29 ottobre alle Ciminiere di Catania. Uno spettacolo corale, dove ogni voce si allacciava e si fondeva alle altre, senza sovrapposizioni, senza stonature, senza critiche intrise di sovrastruttura. Uno spettacolo che ha coinvolto, oltre all’autore nelle vesti di capocomico, pronto a raccontare, spiegare e raccordare le storie, gli attori Anna Miele Fumagalli e Giorgio Finati, Franco Battiato che ha impreziosito le letture delle favole con i suoi cammei, e il musicista Gianni Nocenzi, noto al grande pubblico per aver fondato con il fratello il Banco del Mutuo Soccorso, ma che poi ha intrapreso una strada di ricerca musicale “altra”.
Vero catalizzatore di energie e sinergie è stato l’assessore alle Politiche culturali della Provincia Regionale di Catania Nello Catalano, che ha riferito della una serie di fortunate coincidenze che gli hanno permesso di invitare a Catania gli artisti e di coinvolgere il Maestro Battiato, vecchio amico di Mantovani: «Il nostro compito è anche questo – ha concluso – creare delle reti che possano intrecciarsi e confluire poi in questi momenti di alto profilo culturale destinati ad un pubblico ampio e trasversale».
Uno spettacolo “leggero”, nel senso usato da Calvino come “sottrazione di peso”, leggero nel suo essere denso e intenso, nel suo linguaggio semplice ma mai banale, nel suo raccontare scegliendo la forma del recitativo (vicinissima dunque all’oralità della tradizione) frammenti di vita carichi di significato, nel suo essere musica tra le dita vibranti di Nocenzi, “assoluta” ma non “sciolta”, dentro cui era possibile sì ravvisare echi di minimalismo, Sylvian, Sakamoto, Czukay, ma che si ispirava e viveva soprattutto del respiro profondo di Mantovani e delle sue delicate creature.
Catania, 02/11/2010
a cura:
dell´UFFICIO STAMPA
Centro Direzionale Nuovaluce
Via Nuovaluce, 67a - Tremestieri Etneo [CT]
dell´UFFICIO STAMPA
Centro Direzionale Nuovaluce
Via Nuovaluce, 67a - Tremestieri Etneo [CT]
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